30/07/13

LA PSICOANALISI DEL BUDDHA E IL PECCATO ORIGINALE

Questo è il titolo del libro che ho scritto. Come potete constatare ho voluto mettere già nel titolo il riferimento al Buddhismo,al Cristianesimo e alla psicologia. E c'è ovviamente una ragione. Il Buddismo è prima ancora che una religione, una via alla liberazione personale. Questo è chiaro a chiunque ne abbia letto anche solo superficialmente.Chi confonde i riti popolari del Buddhismo religioso con la speculazione e riflessione della filosofia buddhista, dimostra di non averne compreso lo spirito e la sostanza. Chi invece ha letto anche superficialmente qualcuno degli autori usciti dalla corrente culturale nata da Freud e dalla sua psicoanalisi, sa altrettanto bene che dall’originario “focus” sulla psicopatologia, la psicologia, la stessa psicoanalisi e molte psicoterapie si sono avventurate al di fuori del concetto di “patologia” per approdare alla considerazione dell’uomo e dei suoi modi di percepire e pensare, di affrontare la vita, di considerare i rapporti e le relazioni, come un tutt’uno del suo essere Persona, allargando ed integrando anche i concetti di realizzazione, felicità, senso dell’esistenza. La “patologizzazione” del disturbo mentale, originariamente focus dell'analisi, ha lasciato e sempre più sta lasciando spazio alla visione olistica dell’essere uomini, dove la sofferenza è solo uno degli elementi della vita e del processo evolutivo delle persone. La religione,infine, è finora riuscita, non senza crescenti difficoltà, a ritagliarsi uno spazio autonomo rispetto a questa indagine sull’Uomo tipica della filosofia e della psicologia, grazie all’introduzione del concetto dell’Assoluto, alla presenza di un Vertice cui tutto deve esser ricondotto, e alla malcelata idea che esista una sorta di do ut des tra comportamento nella vita terrena e nella vita dopo la morte. Ma la presenza di Dio nella vita delle persone appare sempre meno come qualcosa di distaccato ed iconografico; meno “idolo” a cui dovere culto e specchiata moralità, e, al contrario, appare sempre più come una Presenza che entra nei più intimi processi mentali e spirituali….... Sempre più viene percepito non solo come “esterno” all’Uomo, Essere con cui intrattenere un rapporto che troppo spesso ha le caratteristiche del potere e del conflitto tipiche degli uomini, fondate sulla base di logiche compensatorie ed utilitaristiche, ma anchecome “interno” al nostro essere, alle nostre dinamiche mentali e spirituali. La più diffusa conoscenza del Vangelo avutasi dopo il Concilio Vaticano II ha enormemente aumentato anche nel mondo cattolico la percezione di un Dio diverso, un Dio del Cuore, un Dio dell’Adesso, che dice non a caso “ il Regno dei Cieli è in mezzo a Voi”. E, paradossi della storia, proprio il Buddismo appare il più solido e strutturato ponte di collegamento tra la filosofia e l’indagine psicoanalitica in senso lato e le religioni in senso stretto dall’altro. Non è certo l’unico, sia chiaro, molto in filosofia è stato scritto e detto per creare ponti verso le religioni, ma il Buddismo è oggi, per diffusione e conoscenza, il più facile da percorrere. Oggi appare sempre meno contestabile il detto di Gesù che affermò: “chi vive e crede in me non morrà in eterno”, spostando la realizzazione piena dell’uomo dal futuro trascendente dopo la vita, all’immanente qui ed ora. Ecco così che l’insegnamento del Buddha sulla natura schiavizzante dell’attaccamento e del desiderio si sia ritrovato in compagnia stretta delle Beatitudini del Vangelo (Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? – Mt:6,25) e al tempo stesso abbia trovato al suo fianco le principali riflessioni sulle dinamiche psichiche dell’ansia ( non ripensate al passato perché non potete più cambiarlo e non preoccupatevi del futuro perché ancora non è…… rimanete nel tempo presente e l’ansia non avrà modo di esistere. L’ansia è solo anticipazione del futuro e la colpa è ritornare a rimuginare sul passato). Queste riflessioni sono state sviluppate ed approfondite nel mio lavoro “La psicoanalisi del Buddha e il peccato originale” (disponibile in versione italiana e inglese) dove le diverse affermazioni all’interno delle tradizioni culturali del Cristianesimo, del Buddismo e della psicologia contemporanea vengono confrontate alla luce delle loro sovrapposizioni.

2 commenti:

  1. ottimo sono buddista e trovo d'accordo

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  2. Ti ringrazio. Conforta apprendere che chi conosce il buddhismo e lo pratica,condivida queste opinioni.Tacciare il Buddhismo per nichilista è prima di tutto un grave torto al Buddha stesso.Namasté

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