26/03/12

MANIPOLARE E FARSI MANIPOLARE

Questo è argomento piuttosto delicato. Perché nessuno vuole esser manipolato,no? Nessuno vuole essere condizionato da comportamenti altrui e meno che meno raggirato. Non solo perché spesso chi riesce a manipolarci può farci danno, ma, diciamolo, perché scoprire di essere manipolati ci da’ la precisa sensazione di essere poco svegli. Insomma un po’ stupidi, no? Però, però, quando invece siamo noi che “manipoliamo” allora le valutazioni cambiano….Prima di tutto, noi quando manipoliamo lo facciamo a fin di bene, no? Siamo sempre puri…se facciamo credere qualcosa a qualcuno è perché vogliamo che quella persona faccia ciò che vogliamo, perché noi sappiamo cosa è meglio, vero? Eh, sì..un po’ due pesi e due misure…come sempre…anche se non vogliamo ammetterlo. Vi do’ una notizia. Non è possibile NON manipolare. Sì proprio così. Questo avviene perché ogni forma di comunicazione OGNI forma, dalla parola scritta alle immagini, ai video, ai suoni, alla musica, sono strumenti di manipolazione. Quando comunichiamo, lo facciamo per “dire” qualcosa. E se vogliamo dire qualcosa, lo diciamo in modo che sia convincente, credibile. Se voglio convincere qualcuno a bere una bibita, non dirò “ ho una bibita svampita e che non sa di niente in frigo. Ne vuoi un po’? Se voglio dire che la primavera è bella, non dirò “ah, che noia la primavera con tutti quegli insetti, i pollini, le allergie e poi non sai mai cosa metterti perché il tempo cambia continuamente ecc ecc. No? Ancora maggiormente lo si fa con l’uso delle immagini, dei video e massimamente con la musica che è strumento di manipolazione eccelso e potente. Ogni processo comunicativo è quindi manipolatorio perché mira a produrre degli effetti in chi riceve la comunicazione. La comunicazione usa i nostri sensi per accedere alla nostra esperienza sensoriale. Il suono usa l’udito, le immagini la vista e il linguaggio usa…..la mente. Ma cosa è il linguaggio? Il linguaggio è una convenzione. Noi acquisiamo con gli anni il “sema” delle parole, il loro significato, e lo associamo a certe emozioni, che dipendono moltissimo dalla nostra specifica esperienza. Mentre la semantica, il significato delle parole, ha leggi abbastanza condivise, in quanto il significato letterale di un parola è generalmente condiviso, e questo permette al linguaggio di essere un metodo di comunicazione, l’emozione che le singole persone associano alle parole sono invece assolutamente non prevedibili e danno al linguaggio un’indeterminatezza ed imprecisione notevole nella comunicazione. Questo fa si che il linguaggio possa essere molto equivoco se usato da uno a molti, come ad esempio nel caso della televisione. Se ad esempio, come dice una famosa pubblicità della pasta, dove c’è “lei” c’è casa, l’obiettivo di chi comunica è quello di suggerire una situazione calda, accogliente, familiare, amorevole e farla associare al cibo prodotto da quella azienda. Ma l’esperienza di “casa” non è affatto universalmente positiva…Ci sono persone che considerano, percepiscono “casa” un coacervo di conflitti, restrizioni, schiavitù, a seconda della loro specifica esperienza di “famiglia”. La medesima cosa può accadere per migliaia di concetti, come “lavoro“ “rapporto” “relazione” “viaggio” e così via….. Quando invece il rapporto è da uno a uno, la possibilità di comunicare non solo il “significato” delle parole ma anche la congrua emozione diventa molto più forte. Quanto più due persone si conoscono, quanto più sanno cosa produce il loro parlare, perfino il loro tacere. Ed è qui che la possibilità di manipolare diventa massima. Negli ambienti di lavoro, in famiglia, nelle amicizie, si conoscono le modalità di comportamento e la reattività delle persone che ci circondano. Per una persona sufficientemente sveglia, la possibilità di manipolare le persone che conosce bene è alta, molto. Ma se siamo persone che hanno rispetto per il loro prossimo, per i loro amici, colleghi, familiari, cercheremo sempre di usare la nostra conoscenza della comunicazione per fare crescere nelle persone intorno a noi la capacità di queste di essere in pace con se stesse, di renderle autonome, libere, libere anche dalla nostra influenza. Questo è il rispetto per il prossimo, questo in definitiva è anche l’amore per il prossimo. Ma cosa accade se siamo vittime potenziali od effettive di manipolazione? La manipolazione “interessata” avrà più chance se noi saremo condizionabili attraverso determinati meccanismi che non siamo nemmeno in grado di riconoscere. Esistono due grande categorie che servono per manipolare il prossimo e sono: il senso di colpa e lo stimolo dell’orgoglio e dell’ego. Il primo mira a creare una tensione interiore tra ciò che siete e ciò che dovreste essere, secondo chi vi sta “manipolando”,….e questa tensione se risolta, produce un comportamento che va a vantaggio di chi vuol farvi sentire “fuori posto”. Questa manipolazione vi suggerisce che voi sareste migliori se…….faceste quello che chi ci fa sentire così, desidera facciate. La seconda invece opera sull’ego per farvi fare ciò che chi manipola, vuole. E’ il mezzo più usato dalla comunicazione dei politici…..E’ quello che si chiama “lisciare il pelo”. Questo mezzo è molto subdolo perché non si avverte una distonia come con il complesso di colpa, ma al contrario chi vi sta manipolando vi dice che siete bravi, che avete ragione, che siete perfetti e che dovete fare quella cosa, perché voi siete i migliori ecc ecc. Ovviamente si può dare anche il caso che il senso di colpa venga instillato in buona fede e che chi ve lo sta instillando non abbia alcun vantaggio dal procuravelo, come anche può accadere che chi vi stia adulando non abbia altro fine che farvi dei complimenti perché sinceri. Senso di colpa e senso di “essere nel giusto, sentirsi ok” sono entrambe stati d’essere da cui stare in guardia, sono le due facce dello stesso dualismo Bene-Male. Diventare impermeabili a sensi di colpa e al senso di grandezza di sé è un grande passo verso la libertà spirituale. Significa non far dipendere il proprio stare bene da un aver fatto la cosa “giusta” o dal sentirsi “giusti”. E più il nostro stare bene non è condizionato, più è forte.

09/03/12

ELIMINARE LE EMOZIONI NEGATIVE CON LA TECNICA DSE

Quante volte è capitato che una giornata perfetta venga rovinata da qualcosa? Ad un certo punto, inspiegabilmente, un emozione si insinua nella nostra mente, tentiamo di scacciarla, ma come un tarlo non ci da pace, ci riporta alla memoria ricordi spiacevoli. Ci diciamo: che strano, come mai? Era tanto che non ci pensavo più! Pensavo di aver risolto! Perché adesso? Già perché adesso? Probabilmente perché l’emozione negativa che pensavamo di aver risolto, forse contrapponendo un pensiero positivo, oppure cercando semplicemente di non pensarci … di sfuggirla o altro, è stata sì risolta, ma solo superficialmente e non alla radice; e ora … qualcosa, che probabilmente, abbiamo notato ce l’ha riportata in superficie e ce l’ha piazzata di nuovo lì…nella nostra mente e noi ci sentiamo come se ci avessero dato un pugno nello stomaco. Se vogliamo rimuovere un’emozione negativa dobbiamo agire sulla radice, altrimenti lei rimarrà lì, dormiente, magari per anni, finché qualcosa la risveglierà e la riporterà di nuovo alla luce. Per fare ciò dobbiamo scaricarla, ovvero annullare il comando mentale che innesca l’emozione; questo comando scatta un attimo prima del sorgere dell’emozione e avvia il suo programma. Allora dobbiamo cercare di DEPROGRAMMARE il comando. Come? Con la SEMANTICA; la nostra mente tende a verbalizzare ogni nostra emozione, cioè associa una parola o una frase ad ogni emozione, e questo spesso avviene a livello inconscio, a nostra insaputa. Ed è proprio questa parola, seppellita nella profondità del nostro inconscio, che dobbiamo trovare e deprogrammare, depotenziare. Per fare ciò dobbiamo accedere alla corrispondenza emotiva, cioè rivivere o richiamare l’ENERGIA dell’emozione negativa ed accedere così alla frase nascosta. Ecco perché questa tecnica si definisce DSE- DEPROGRAMMAZIONE SEMANTICO ENERGETICA.

L'AMORE E' QUELLO CHE RIMANE DOPO CHE....

L'amore è quello che rimane dopo che è stato tolto tutto il resto. Non si può amare davvero se sei in conflitto con te stesso. E' davvero impossibile, se non per brevi spazi di tregua,quando il dolore non si fa sentire....occorre pertanto prima liberare l'anima dal dolore....e il resto verrà da sè. La via è difficile,irta ed angusta, ma non di meno è necessariamente da percorrere.

QUANDO LA MENTE E' PRIVATA DEI PENSIERI ....

Quando la mente è privata dei pensieri, quando non ci sono disturbi, né alcuna forma di agitazione, ha luogo un risveglio e si manifestano i talenti assopiti, le infinite capacità della mente. Quando penetrate nei reami sconosciuti della pura conoscenza divina, allora avviene la rivelazione. Questa è la grandezza del rilassamento interiore. (Mata Amritanandamayi Devi - Amma)
Commento: La liberazione dai pensieri che ossessivamente circolano vorticosamente nella mente è la vera partita da giocare...come le nuvole oscurano il sole che sempre è presente, così i pensieri, le pulsioni, le paure , le rabbie, le preoccupazioni, i desideri.. oscurano lo spirito felice ed imperturbabile....

QUANTO ASCOLTERETE CON LE VOSTRE ORECCHIE ... (Vangelo di Tommaso Apostolo)

Gesù disse, "Quanto ascolterete con le vostre orecchie, proclamatelo dai vostri tetti ad altre orecchie. Dopo tutto, nessuno accende una lampada per metterla in un baule, né per metterla in un posto nascosto. Piuttosto, la mette su un lampadario così che chiunque passi veda la sua luce." (Il Quinto Vangelo di Tommaso Apostolo)
Commento : Questa è analoga alla la parabola dei talenti...chi la ricorda sa che Gesù appare duro dicendo che a chi ha fatto fruttare i talenti gli verrà dato in aggiunta, mentre a chi non ha fatto fruttare nemmeno quell'unico che ha che gli sarà tolto pure quello. E' un'esortazione a mettere al servizo della crescita degli altri le proprie capacità e contrariamente a ciò che comunemente si pensa, la cosa importante non è solo quella di portare sollievo alla sofferenza fisica attraverso il dar da mangiare agli assetati, l'andare a trovare i carcerati, ma più spiritualmente quello di dare il cibo sipirituale per far "nutrire" le persone e il liberare le menti dalle loro "carceri" mentali....Analogamente, e notate bene, in contrapposizione al monachesimo chiuso in se' stesso, chi ha luce da diffondere la deve condividere, per aiutare l'umanità verso la liberazione....La condivisione, sempre.

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO - commento a una scena del film

La vanità in Kevin, sorge dopo aver fatto una cosa "giusta". Kevin-Keanu lascia, in pieno dibattto in tribunale, la difesa di uno pedofilo che sapeva colpevole e questo causa la sua rovina come avvocato, ma il senso di riequlibrio che trova nel ritenersi nel "giusto" vale il prezzo da pagare...Ma l'Ego è forte e scaltro...Kevin non si è ancora liberato dall'attaccamento a se stesso....il passo "giusto" fatto in tribunale, non è dovuto al desiderio di giustizia e al bisogno di proteggere altri bambini dalle azioni dell'imputato, ma principalmente al suo desiderio di essere all'altezza dell'opinione che Kevin ha di se stesso.Questa non è ovviamente una "vera" motivazione spirituale, e il Diavolo-Al Pacino lo sa e, sotto le mentite spoglie di un giornalista lo tenta con l'idea dell'intervista esclusiva, con l'idea cioè di tornare immediatamente a farne un protagonista, un "vincente". E Kevin, spinto dalla non innocente bella moglie, cede alla tentazione di tornare a glorificarsi, in un nuovo contesto: quello del moralista, del predicatore, dopo essere stato una gloria del foro e dell'avvocatura. Il Diavolo fotografa mirabilmente tutto con la battuta finale....La vanità, il mio peccato preferito. Mirabile scena che insegna come ciò che conta non sia l'atto compiuto, ma la motivazione dell'atto stesso. Una perfetta allegoria dell'ipocrisia umana

QUANDO FARETE DEI DUE UNO... (Vangelo di Tommaso Apostolo)

Gesù disse loro, "Quando farete dei due uno, e quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno." (Il Quinto Vangelo di Tommaso Apostolo)
Commento : Questo è un grande insegnamento "esoterico". L'allusione al fare di due uno è la richiesta del superamento del pensiero duale, quello che divide le cose, tipico della mente...Il Giusto e lo Sbagliato, il Bene e il Male, la Ragione e il Torto, Il Desiderabile e il Detestabile ecc. sono tutti modi classici e al contempo erronei della mente nel considerare le cose....Quando si designa un + necessariamente si indica e si fa nascere un -...Questo è il nostro peccato originale...il voler conoscere il Bene e il Male....quando si "definisce" il "bene" automaticamente ciò che ne è fuori indica, per differenza, il "male" e così la mente scopre e crea il "male" che prima non esisteva. Superare questo modo di vedere le cose porta al Regno, alla libertà dello spirito.