09/03/12

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO - commento a una scena del film

La vanità in Kevin, sorge dopo aver fatto una cosa "giusta". Kevin-Keanu lascia, in pieno dibattto in tribunale, la difesa di uno pedofilo che sapeva colpevole e questo causa la sua rovina come avvocato, ma il senso di riequlibrio che trova nel ritenersi nel "giusto" vale il prezzo da pagare...Ma l'Ego è forte e scaltro...Kevin non si è ancora liberato dall'attaccamento a se stesso....il passo "giusto" fatto in tribunale, non è dovuto al desiderio di giustizia e al bisogno di proteggere altri bambini dalle azioni dell'imputato, ma principalmente al suo desiderio di essere all'altezza dell'opinione che Kevin ha di se stesso.Questa non è ovviamente una "vera" motivazione spirituale, e il Diavolo-Al Pacino lo sa e, sotto le mentite spoglie di un giornalista lo tenta con l'idea dell'intervista esclusiva, con l'idea cioè di tornare immediatamente a farne un protagonista, un "vincente". E Kevin, spinto dalla non innocente bella moglie, cede alla tentazione di tornare a glorificarsi, in un nuovo contesto: quello del moralista, del predicatore, dopo essere stato una gloria del foro e dell'avvocatura. Il Diavolo fotografa mirabilmente tutto con la battuta finale....La vanità, il mio peccato preferito. Mirabile scena che insegna come ciò che conta non sia l'atto compiuto, ma la motivazione dell'atto stesso. Una perfetta allegoria dell'ipocrisia umana

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