13/01/12

LA CAUSA DEL DOLORE


Abbiamo affermato come sia le esperienze di dolore fisico che le esperienze di dolore mentale, siano entrambe responsabili dell’insorgenza dei disturbi mentali; ciò che però è sembrato mancare è la radice comune, la genesi per così dire, che possa spiegare la causa di fondo. Cosa c’è di comune ?

Per quanto riguarda i gravi disturbi causati dagli shocks fisici violenti, essi hanno in sé un contenuto chiaro ed univoco: rappresentano un punto di alto rischio per la sopravvivenza dell’organismo della persona;

Un'ipotesi che ci ha guidato è stata la seguente: se nei casi più evidenti grande importanza è da attribuire all’alto rischio di sopravvivenza, non può darsi che lo stesso fattore sia presente anche nella sofferenza mentale per così dire “normale”?

In realtà esiste una causa comune nella genesi della sofferenza mentale.

IL LIVELLO DELLE ASPETTATIVE E LA SOFFERENZA MENTALE

Un esempio che ci può aiutare nel mettere a fuoco il problema è dato dalle depressioni psichiche. In questi stati psichici ci si ritrova sempre con una diminuita voglia di vivere: la vita non ha più senso, è considerata orribile, non degna di essere vissuta; spesso è alle porte anche un desiderio di suicidio, visto dal depresso come unica via di uscita dal suo stato di sofferenza.

In realtà gli elementi che indicano un collegamento con il concetto di sopravvivenza sono abbastanza evidenti: la sofferenza mentale, così come evidentemente quella fisica, hanno in sé connaturato l’impoverimento della qualità della vita che il sofferente sta sperimentando; ciò in concreto significa abbassamento del tono di vita in generale e quindi avvicinamento alla condizione di non sopravvivenza; tale condizione per giunta si autoalimenta a livello mentale, spingendo così la persona verso una situazione sempre peggiore.

Nella depressione ad esempio abbiamo, dapprima un evento che la persona vive come preclusivo delle sue personali aspettative sulla vita, poi abbiamo il radicamento nella mente della convinzione che le precedenti aspettative non possano essere ripristinate, quindi l’affioramento della depressione come inaccettabilità della nuova situazione esistenziale; a questo punto entra in azione la spirale discendente alimentata dalla consapevolezza della persona del suo stato di sofferenza da cui non riesce ad uscire, portando quindi il soggetto ad essere depresso per essere depresso e ad essere depresso per i disturbi fisici e mentali che questo stato emotivo comporta.

Alla base di questo ciclo della sofferenza vi è in realtà un’aspettativa di vita che viene percepita dal sofferente come non più realizzabile; tale presa di coscienza determina un’idea di rischio di non sopravvivenza. In termini schematici abbiamo un percorso di questo tipo:

- evento "negativo"
- caduta delle aspettative previste di vita
- convinzione della impossibilità di mantenere il precedente livello di aspettativa
- non accettazione della nuova situazione
- depressione
- depressione per lo stato depressivo e per l’incapacità di uscirne
- spirale discendente e cronicizzazione dello stato

La maggior parte di noi affronta la vita con determinate aspettative, o se le crea strada facendo. Ci aspettiamo prima di tutto la salute, poi riteniamo perfettamente normale aspettarci di essere amati dalle persone che amiamo, ci aspettiamo poi di incontrare l’amore con la A maiuscola, inoltre noi stessi desideriamo essere eccezionali, unici, intelligentissimi, originali, ricchi, colti, eccetera.

Forse stiamo un poco esagerando è vero, ma siamo sinceri, non siamo poi così lontani dalla verità sulle nostre elevatissime aspettative sulla vita.

Questi (od altri) livelli di aspettative vengono però il più delle volte pesantemente disattesi; a volte possiamo serenamente accettarlo nel nostro intimo, e allora i danni sono minimi, ma altre volte non ce la facciamo, si rompe qualcosa al nostro interno e diciamo ”no, questo no”. Possono essere cose gravissime come la scomparsa di persone vicine, la morte di un figlio, gravi infermità, cose cioè che non rientrano in quanto noi siamo normalmente disposti ad accettare nel nostro inconscio. Oppure possono essere situazioni apparentemente più leggere, come una delusione amorosa, un tradimento di un amico, qualcosa che però alla persona che lo subisce appare insopportabile.

Questo è un aspetto interessante, da tenere ben presente: situazioni diverse, eventi di gravità molto diversi, possono produrre gli stessi effetti mentali, mentre eventi simili non sempre causano uguali reazioni e danni.

Ciò è dovuto al differente livello di aspettative che le persone hanno nei confronti della vita.

...Un aspetto interessante, da tenere ben presente è che situazioni diverse, eventi di gravità molto diversi, possono produrre gli stessi effetti mentali, mentre eventi simili non sempre causano uguali reazioni e danni.

Ciò è dovuto al differente livello di aspettative che le persone hanno nei confronti della vita.

La caduta delle aspettative che, consciamente o inconsciamente, abbiamo circa la nostra vita, ha a che fare con il nostro concetto di sopravvivenza. Nel caso in cui l’evento sia fisicamente perturbativo, tutte le menti, tendenzialmente reagiscono in modo simile: è oggettivamente il rischio di sopravvivenza fisica che è in gioco. Quando invece l’evento è completamente nella sfera mentale, è soggettivamente coinvolta l’idea della qualità della sopravvivenza. Questa soggettività investe l’idea stessa di come deve esser la vita della persona.

CIÒ CHE CI ASPETTIAMO DI REALIZZARE È IN REALTÀ CIÒ CHE HA POTERE SU DI NOI.

da "LA PSICOANALISI DEL BUDDHA E IL PECCATO ORIGINALE" di Elitheo Carrani

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